Si usa ancora regalare argento?

Con il progredire dell’economia del corso del XX° secolo si sono innalzate le possibilità di acquisto di oggetti in argento da parte delle masse.

L’accresciuto potere d’acquisto personale, unitamente all’abbassamento del costo di lavorazione del metallo stesso hanno permesso a molti di acquistare per regalo o per piacere monili o accessori in argento quali ad esempio penne, cornici, quadri od oggetti per la casa.

Un discorso a sè stante fanno le opere d’arte ed i servizi da pranzo che, spesso per il loro peso e la numerosità dei coperti rappresentano ancora oggi un importante spesa non affrontabile da tutti a cuor leggero.

L’argento estratto proviene per lo più da miniere presenti nel sud america (Messico e Perù in particolare), da Australia, Polonia e Russia.

Nei secoli passati, in particolare nel corso del XVII° e XVIII° secolo la produzione argentiera era relegata a vere e proprie opere d’arte destinate a famiglie nobili oppure alla Chiesa in reliquiari, ostensori o altri oggetti sacri.

tutt’oggi gran parte dell’argento viene utilizzata nei settori elettronico od orafo.

Se in passato l’argento veniva spesso regalato al posto dell’oro, considerato troppo caro, in particolare nell’oreficeria, oggi giorno lo stesso viene relegato ad un uso molto meno ornamentale e molto più produttivo.

Pochi sono oggi i regali in argento che vengono fatti, i gioielli, seppure di importo modesto, sembrano ricercati solo se di pregevole fattura ed in particolare di natura etnica.

Capitolo a parte rivestono i sempre verdi servizi da thè/caffè o da tavola.

Questi ultimi, in particolare se antichi e di fattura artigianale, hanno spesso un elevato valore ed un mercato che non di rado sorprende per la ricercatezza ed importanza.

I servizi da tavola sono ancora oggi prodotti in quantità anche se quasi mai lo sono a livello artigianale, cosa che ne inficia in parte il valore.

I migliori argentieri sono sempre stati già in passato e sono ancora a tutt’oggi quelli italiani, i francesi e gli inglesi.

Questo è dovuto alle diverse tradizioni orafe/argentiere che nei secoli hanno portato la nobiltà e la Chiesa a richiedere servigi sempre più specializzati a questi artigiani.

Ecco dunque che in Italia nella zona in particolare della Toscana si trovano molti argentieri abili nella lavorazione di opere destinate non solo alla Chiesa ma anche alla propria casa (famosi sono i Bucellati di Firenze, grandi cesellatori di importanti servizi da tavola e gioielli); a Parigi e Tolosa, ove l’argento ha raggiunto un’importante lavorazione per la produzione di oggetti sacri; in Inghilterra, dove particolare importanza rivestivano gli argentieri legati alla produzione di servizi da thè, caffè e cioccolata, vassoi e posaterie.

Da sempre l’argento ha posto un problema: si ossida.

Questo fa perdere allo stesso nel tempo la sua lucentezza, caratteristica dalla quale deriva il suo nome.

Per porre rimedio a ciò vi sono diverse strade percorribili.

Innanzitutto vi sono argenti trattati con procedimenti chimici quali ad esempio la rodiatura, che permettono al materiale di ossidarsi notevolmente di meno ma che fanno in parte perdere allo stesso la caratteristica colorazione argentea facendolo assomigliare di più all’acciaio anche se maggiormente brillante rispetto quest’ultimo.

In secondo luogo vi è la possiblità di trattarlo con vernici chimiche trasparenti, queste ultime in particolare vengono utilizzate nel caso di oggetti in silver plated, tipicamente vassoi o cornici.

In terza battuta vi è il classico “olio di gomito” ovvero, il pulire periodicamente tali prodotti con panni morbidi (microfibra o lana) e prodotti specifici non aggressivi o con il vecchio metodo della nonna (acqua calda, sale e bicarbonato oppure bicarbonato misto a dentifricio).

E’ importante riporre l’argento che non si utilizza (tipicamente le posate) in stole morbide (indicate quelle nere) e saltuariamente riesporlo per fargli prendere aria così che non si danneggi per l’ossidazione o la formazione di muffe o macchie superficiali.

Nel caso si viaggi per diletto o per lavoro, è facile reperire oggetti d’argento in paesi esotici.

In questo caso occorre prestare attenzione al tenore di argento presente in tali preziosi, sarebbe ideale che lo stesso fosse almeno pari ad 800 su 1000, meglio ancora se fosse pari al nostro argento 925, la presenza di apposita punzonatura conferisce garanzia di qualità del monile stesso.