Oro usato, come venderlo

Una soluzione sempre più diffusa durante il periodo di crisi economica per rimediare, almeno nell’immediato, alla mancanza di liquidità, è vendere l’oro usato, soprattutto sotto forma di gioielli.

Nelle città, sia grandi che piccole, sono sempre di più i centri compro oro, dove si possono trasformare i propri preziosi in denaro contante.

Tuttavia, per evitare truffe e altri rischi legati alla vendita, è bene valutare prima il proprio oro vecchio e rivolgersi a negozi dalla provata serietà.

Per questo bisogna prendere alcune informazioni e attenersi ad alcuni consigli basilari.

Per prima cosa si pesano tutti i gioielli e gli oggetti in oro, così da verificare quale sia il grado di purezza del metallo; in questo modo si può avere un riscontro con la valutazione effettuata in negozio.

Si consiglia di usare per questa pesatura grossolana a casa una bilancia da cucina digitale, optando per un modello che indichi 3 cifre decimali. Anche questi, infatti, incidono sul peso e quindi sul valore dell’oro usato venduto.

Nel caso che vi siano incastonate pietre di non grande pregio, si consiglia di toglierle dalla montatura prima di fare la pesatura.

Bisogna tenere a mente che i gioielli in oro non sono mai in metallo puro; questo è troppo morbido per poter essere lavorato efficacemente, quindi si impiegano diverse leghe.

La composizione varia in base ai metalli uniti (rame, argento, cobalto), ma l’oro è presente sempre in una percentuale del 75%. Per questo viene detto oro 18 carati: si tratta del valore più comune.

L’oro 24 carati, invece, è molto meno diffuso e riguarda i lingotti da investimento: questi sono formati da metallo praticamente puro, in quanto la lega è di 999 parti di oro su un totale di 1000.

In Italia la composizione delle leghe è determinata per legge. In base al tipo di lega e alla purezza del metallo, indicate in millesimi o in carati, si possono valutare i gioielli.

A questo punto è bene informarsi sulle quotazioni del mercato dell’oro; quella dell’oro puro è sancita dalla Borsa di Londra due volte al giorno.

Si tratta del fixing dell’oro e l’operazione spiega come i prezzi possano variare più o meno notevolmente anche nel corso della stessa giornata.

Si consiglia di aspettare che le quotazioni abbiano raggiunto un livello tale da rendere conveniente la vendita. Inoltre è bene informarsi sul valore dell’oro nella propria zona e sulle proposte presentate dai negozi compro oro.

Di conseguenza si possono controllare le quotazioni presenti sui siti dei vari esercizi perché non si possono controllare di persona uno per uno.

In questo modo si può fare un calcolo prima di presentarsi in negozio ed essere sicuri che la valutazione dell’esercente sia corretta.

Infine bisogna tenere a mente che la stima fa sempre riferimento all’oro 18 carati a meno che non si voglia vendere l’oro vecchio sotto forma di uno o più lingotti.

Ci si deve rivolgere agli esercizi iscritti alla Banca d’Italia, perché offrono maggiore affidabilità.

Infatti bisogna tenere a mente che, a fronte di migliaia di compro oro diffusi su tutto il territorio italiano, sono poco più di 400 quelli regolarmente iscritti all’Albo professionale degli Operatori in Oro e preziosi.

Per verificare quali siano quelli registrati si va sulla pagina dedicata del sito della Banca d’Italia ed effettuare una ricerca indicando la ragione sociale del compro oro.

Se la ricerca non dà alcun risultato, si ha a che fare con un esercente non registrato all’albo. In ogni caso è bene non farsi attrarre da prezzi troppo alti rispetto alle quotazioni medie locali, potrebbero non essere veritiere.

Quando si è scelto il negozio dove vendere il proprio oro vecchio bisogna supervisionare attentamente tutte le fasi di pesatura, questo passaggio si deve svolgere alla presenza del cliente.

Secondo le norme antiriciclaggio in vigore bisogna presentare un proprio documento d’identità in corso di validità e non si possono ricevere contanti per un valore superiore ai 2.999,99 euro.

Per somme di questa entità bisogna effettuare un bonifico bancario o un trasferimento postale oppure utilizzare la moneta elettronica.

Di conseguenza bisogna diffidare degli esercenti che non chiedono i documenti (codice fiscale oppure carta d’identità). Le multe previste partono da un minimo di 3.000,00 euro.

Infine si deve richiedere sempre la copia del documento attestante la vendita dell’oro vecchio e per quale importo: qui sono riportati anche tutti i dati del compratore e del venditore.

Si controllano anche le spese riportate nell’atto, calcolate sull’operazione di compravendita. Infatti bisogna sempre considerare che i negozi compro oro non possono applicare il prezzo al fixing ma ne fanno riferimento.

Ciò avviene perché è prevista una commissione, detta percentuale di margine. In più si applica una marca da bollo di 2 euro per certificare la transazione.

È sufficiente seguire scrupolosamente questi consigli fondamentali per poter vendere senza problemi e rischi il proprio oro usato.