New Business: Recuperare Oro Dai Pc

Un nuovo business si affaccia all’orizzonte: il recupero dei materiali preziosi dagli scarti tecnologici. Scopriamone limiti e vantaggi.

Fino ad oggi, probabilmente, vi sarà capitato di pensare all’oro esclusivamente come materiale prezioso per la realizzazione di gioielli.

E quando immaginavate la sua vendita, il pensiero restava Recuperare Oro Dai Pc sempre nell’ambito della compravendita di gioielli usati.

In realtà l’oro – il cui simbolo in chimica è AU – è un materiale che per le sue innumerevoli proprietà (è un ottimo conduttore termico ed elettrico, molto resistente all’ossidazione e quasi inalterabile dal tempo e dagli agenti atmosferici) viene utilizzato anche in svariati altri campi come può essere, ad esempio, quello della componentistica tecnologica.

Infatti, l’oro è presente – anche se in misura abbastanza infinitesimale – in quasi tutti i pezzi che compongono l’hardware di un pc: c’è nella scheda madre, nella memoria RAM ma anche nelle schede di espansione e nei processori.

Fino ad ora, però, l’attenzione della cronaca era più catturata dalla notizia dei ladri di rame che recuperano il prezioso materiale per rivenderlo e lucrare piuttosto che sul possibile nuovo mercato: la vendita dell’oro che viene utilizzato sotto altre forme.

Eppure, il valore del metallo giallo continua a salire ed è naturale che anche il recupero dell’oro presente nei pc diventi una forma di guadagno interessante, soprattutto in periodi di grossa crisi economica e finanziaria come quello che stiamo vivendo attualmente.

È da sottolineare come il recupero dell’oro e di altri materiali dai vecchi pc in disuso sia anche una buona pratica civile che incide in modo positivo sulla questione dell’impatto ambientale.

Infatti, la grande attenzione che da un pò di tempo suscitano i rottami tecnologici, oltre che ad un fattore economico, è legata anche al corretto smaltimento dei rifiuti.

Recuperare tutto il materiale possibile dai vecchi pc piuttosto che da piccoli elettrodomestici o altro è anche un modo per ridurre in generale il carico di rifiuti prodotti e questo con un grande vantaggio per l’ambiente (oltre che dare, così, un notevole impulso alla raccolta differenziata che in troppe città è ancora allo stallo).

Se, però, ci sono indubbiamente dei vantaggi che derivano da questa operazione, siano essi di natura economica o ambientale, va detto anche che qualche controindicazione esiste per quanto riguarda questa pratica in rapida diffusione.

Partiamo dal presupposto che per recuperare l’oro ed altri materiali preziosi è necessario rivolgersi a società specializzate. Questo perché l’operazione è abbastanza complessa e necessita di particolari accorgimenti.

Nello specifico, si tratta di utilizzare sostanze altamente tossiche perché nei componenti hardware l’oro è sotto forma di lega (mixato quindi ad altri metalli) e per il riutilizzo del metallo giallo è necessario che sia separato dal resto, operazione questa che solo uno specialista può effettuare correttamente.

Se si calcola che per ottenere circa 15 grammi di oro è indispensabile trattare una tonnellata di rifiuti hardware, è facile fare due conti in termini di impatto ambientale.

Accennavamo, poi, al fatto che è sempre meglio rivolgersi a società specializzate nel settore per il recupero dell’oro.

Per amore di cronaca va detto che in rete esistono numerosissimi video tutorial che spiegano quali tecniche utilizzare in casa per il recupero del metallo prezioso.

E’ vivamente sconsigliabile, tuttavia, procedere a tale operazione utilizzando il fai da te, sia perché l’impiego di determinati acidi (fra i quali il cianuro che è un noto veleno) potrebbe nuocere gravemente alla salute di chi li maneggia senza averne le competenze, sia perché si corre il rischio di danneggiare il materiale prezioso rendendolo inutilizzabile.

Ultimamente, poi, le aziende specializzate nel recupero del materiali preziosi dagli scarti tecnologici stanno perfezionando nuove tecniche che prevedono l’abbandono delle sostanze pericolose a favore di materiali che abbiano un minor impatto ambientale e siano meno pericolosi per la salute dell’uomo.

E’ allo studio l’impiego di altre sostanza come la alfa – ciclodestrina che sembra abbia le stesse proprietà del cianuro ma non i suoi effetti collaterali.

Va sottolineato, infine, che in Italia il recupero dell’oro dai rifiuti è regolato dalle direttive della Comunità Europea che ne stabiliscono i rigidi passaggi per evitare che tutta l’operazione sia dannosa per l’ambiente o pericolosa per gli addetti.

Ma siamo ancora ben lontani dalla costruzione di una vera e propria filiera che renda numericamente importante questa nuova abitudine.

C’è da augurarsi che gli italiani siano presto resi consapevoli dell’importanza dell’operazione e ne apprezzino se non i risvolti ambientali almeno quelli economici.